Esiste davvero chi fa soldi col trading? Forse, ma probabilmente non sarai tu


Abbiamo già snocciolato qualche articolo in cui spiego per quale ragione la maggior parte delle persone farebbero bene a tenersi alla larga dal trading, per orientarsi invece verso investimenti di stampo più tradizionale, come gli immobili (capitali permettendo) e/o l’investimento di lungo periodo in portafogli azionari bilanciati (basterebbe anche solo un Etf che replica l’SP500).
Tuttavia, il mondo è bello e matto perché è vario, quindi, dopo aver fornito in altri post una prima panoramica sui rischi del trading e sui funamboli che popolano questo microcosmo, vediamo ora chi potrebbe tentare di intraprendere quest’hobby, senza rimetterci salute e portafoglio. Sì, ho detto hobby, perché il trading è un hobby, solo un hobby, ricordatevelo bene.
Purtroppo mi riesce difficile individuare una tipologia specifica di persona “adatta al trading”, mentre d’altra parte è molto più semplice tratteggiare i profili di chi dovrebbe evitare il trading tassativamente.
Vediamoli uno per uno.   

Il povero sognatore (ovvero il disperato squattrinato)

Conquista di diritto la pole position questo povero sventurato. Parliamo di chi è rimasto in mutande a causa di un divorzio, o di un’azienda fallita, o perché è stato licenziato, o semplicemente perché non è mai riuscito a mettere da parte una cifra considerevole.
In un post apposito, numeri alla mano, individueremo con esattezza qual è il capitale minimo che una persona dovrebbe possedere per poter affrontare in serenità i mercati finanziari, a seconda della soggettiva propensione al rischio. Per ora, basta rimarcare il fatto che il trading ha la fantastica propensione a togliervi soldi quando più vi occorrono e darveli quando meno vi servono. Colpa del trading o del trader? Entrambe le cose. Non si può negare, come già spiegato, che una qualsiasi attività pesantemente esposta ad eventi randomici (come il trading), richieda abbastanza capitale da poter gestire con “tranquillità” gli immancabili periodi di perdita, potenzialmente molto lunghi e stressanti.
Ma se il vostro capitale totale ammonta a poche decine di migliaia di euro su conto corrente, come pensate di poter affrontare i mercati finanziari? Certo, potreste iniziare a fare trading anche con mille euro, ma nella MIGLIORE delle ipotesi, se vi dice culo, potreste arrivare a fine anno con un gain netto di poche centinaia di euro guadagnati a suon di mal di testa. Bene, signor trader, cosa farai con quei 300€? Tutte le ore spese al monitor, e le imprecazioni lanciate mentre prendevi tutte quelle piccole ma pungenti batoste, valevano forse 300€? 

E se aprissimo un conto da almeno 10.000€? Fattibilissimo, se quei 10.000€ corrispondessero a una frazione minima del vostro capitale complessivo. Ma se ti trovi con 20.000€ o 30.000€ in banca, senza alcuna proprietà (immobili, aziende…), e magari hai anche un reddito precario, la peggior cosa che potresti fare, dopo comprare un corso di trading, è aprire un conto trading da 10.000€. Sarebbe poco diverso dal giocarseli tutti al Gratta e vinci, che è molto più semplice, meno stressante, e rischi anche di  incontrare la tua anima gemella in tabaccheria.
In una situazione simile (poche decine di migliaia di euro di risparmi in banca), l’unica cosa intelligente da fare, se proprio vuoi buttarti nella finanza, è comprare qualche libro o, meglio ancora, iniziare a studiare i mercati finanziari sfruttando le innumerevoli risorse gratuite che trovi online.

L’insicuro

Generalmente, l’insicuro è colui che non tollera perdere, in nessun contesto. Le perdite rappresentano un costante promemoria di quanto egli sia stato sfigato nella vita. Ma non è finita. Per un buffo gioco della psiche, che porta sempre lo zoppo sui sentieri più impervi, capita che costoro siano particolarmente attratti dalle sfide. Evidentemente, ricercano ogni occasione utile a cancellare il loro passato denso di sconfitte, in una continua corsa verso la conquista di una migliore autostima.
Tuttavia, questo atteggiamento finisce spesso per produrre i risultati opposti, in un circolo vizioso che non fa che peggiorare le cose. Il trading, da questo punto vista, rappresenta una trappola da manuale. L’aspetto peggiore di questo lato caratteriale, nel caso del trading, è che non ha alcuna importanza l’intelligenza o la preparazione del trader: anche il più esperto trader, dopo anni di tribolamenti, potrebbe decidere di mandare tutto all’aria perché si è rotto le scatole di ritrovarsi in perdita per lunghi periodi di tempo.
In parole povere: al di là del proprio capitale e della propria cultura finanziaria, il trading richiede assoluta freddezza: se avete problemi irrisolti col vostro passato o con la vostra vita, e ciò vi porta a non saper accettare le perdite, girate a largo. E non credo serva sottolineare come, alla luce di quanto appena detto, quando l’insicuro e il povero sognatore trovano dimora in una singola persona, la ricetta per la distruzione del capitale è servita, peggio che mettere insieme il Guardia di Porta e il Mastro di Chiavi.

L’egocentrico

Siamo nella situazione opposta alla precedente, ma gli effetti sono i medesimi. Premesso che spesso l’egocentrismo non è altro che un atteggiamento di difesa, un antidoto creato dal cervello per mascherare le proprie insicurezze, voglio invece parlare dell’egocentrico “puro”: ha avuto una famiglia modello che l’ha rimpinzato di giocattoli e smartphone, genitori in carriera, villetta unifamiliare con cane di razza, bell’aspetto fisico, fiore all’occhiello dei professori, laurea con lode: insomma avete capito il soggetto. Facile che siffatti individui maturino deliri di onnipotenza: perbacco, non c’è sfida che costoro non possano superare, giusto? Quindi, perché non dimostrare quanto ce l’hanno duro anche in quella piscina di squali chiamata Wall Street?
L’epilogo della vicenda è scontato, dal momento che nel trading non conta affatto il tuo voto di laurea né il tuo quoziente intellettivo (ma di questo ne parleremo più approfonditamente in articoli futuri). Le inevitabili perdite finiranno ben presto per mandare l’egocentrico su tutte le furie, né più né meno come nel caso dell’insicuro. E ciò non potrà che avere ulteriori effetti deleteri: il malcapitato potrebbe intestardirsi, e nel vano tentativo di rifarsi delle perdite finirebbe col bruciarsi il conto. Game over.    


Il razionale

La figura che più mi assomiglia tra le precedenti. Il razionale è colui che (giustamente) PRETENDE di ottenere un risultato misurabile, proporzionato alla fatica e al capitale investito in una certa attività. Se zappo la terra per X ore al giorno, mi aspetto di raccogliere Y kg di patate entro un tempo Z. Se studio pianoforte per X ore al giorno per dieci anni, nel 2032 mi aspetto di saper suonare fluidamente la stragrande maggioranza dei pezzi ad oggi conosciuti. Se mi alleno tutti i giorni per X anni, prima o poi arriverò a poter correre una maratona.
Chiaramente, le propensioni personali possono influenzare queste statistiche: non è un mistero che esistano bambini di dieci anni già campioni di scacchi. Tuttavia, le eccezioni non turbano la regola: esistono numerose attività che premiano l’impegno, la costanza e il raziocinio con cui vengono affrontate. Manco a dirlo, non è il caso del trading. Eppure, avete seguito alla lettera il decalogo della LAP (Lega Anti Pollo): 


  1.  Resistito alla tentazione di comprare un corso di trading (tentazione molto forte soprattutto agli inizi, poi ci si rende conto di quale boiata sarebbe stata) 
  2.  Trascorso anni nello studio dei mercati finanziari 
  3.  Trascorso anni nello studio di analisi tecnica e fondamentale
  4.  Trascorso anni nello studio delle piattaforme di trading 
  5.  Trascorso anni nell’elaborazione di una mia strategia di trading, cucita in modo certosino sul mio carattere, il mio capitale, e il tempo quotidiano che intendo dedicare al trading
  6.  Selezionato uno o più broker seri e affidabili su cui depositare i miei preziosi soldi da dedicare al trading
  7.  Eventuali abbonamenti a piattaforme, screener, feed per le news utili alla mia tipologia di trading
  8.  Eventuale studio di linguaggi di programmazione utili per creare robot ed entrare nel magico mondo del trading algoritmico
  9.  Costruito fogli Excel che manco alla Nasa
  10.  Raccomandazione presso tutti i santi protettori delle rendite finanziarie (se esistono)

Eppure qualcosa non quadra. Ecco i possibili risultati:

  • Siete in perdita da mesi e non capite perché: eppure avete fatto tutto giusto! La metamorfosi nel trader-pollo è alle porte, sta già depositando uova nel vostro cranio: non c’ho capito niente, ho sbagliato qualcosa ma non so cosa, dovevo studiare meglio, quell’operazione non dovevo aprirla, eppure il guru su Youtube alza percentuali a due zeri (o così dice), non sono all’altezza, faccio schifo, etc
  • Siete in guadagno da mesi ma non potete permettervi di esserne fieri: il riflesso della medaglia sarebbe che, qualora d’improvviso iniziaste a perdere dopo una buona serie di vincite, vi sentireste dei poveri polli. La vera croce di un trader infatti sono le perdite, e nessuna vincita, per quanto buona, potrà mai valere la frustrazione di una perdita. Per cui, mai convincersi di essere “bravi”: la forza del contraccolpo, nel caso in cui tornaste a perdere, sarebbe più che  proporzionale rispetto a quanto prima vi siete sentiti bravi.
  • Siete in parità da mesi: macheccazzo ho fatto fino ad oggi, mi sono fatto il culo per non guadagnare una mazza?

Qualcuno obietterà che il razionale dovrebbe anche sapere che le performance di un trader vanno valutate in anni, non mesi. Ma anche questa suona molto che una favola della buonanotte. Ricordate quado abbiamo parlato del fatto che, sebbene nel lungo periodo alcuni risultati siano prevedibili, non sappiamo QUANDO esattamente tali risultati si presenteranno?
Rispolveriamo l’argomento: nel gioco di testa o croce, sappiamo che dopo una lunga serie di lanci il numero di risultati Testa tenderà a equipararsi al numero di risultati Croce. Ma abbiamo anche detto che è impossibile sapere dopo quanti lanci ciò avverrà, e soprattutto è impossibile prevedere quale sarà la distribuzione dei risultati testa rispetto al numero dei risultati croce.
Ciò vuol dire che se dopo alcuni mesi di trading mi trovo in perdita, non posso sapere per quanto ancora rimarrò nelle medesime condizioni, o se addirittura la perdita possa peggiorare. Non è che siccome sono in perdita da svariati mesi, allora probabilmente i prossimi mesi saranno in gain: questo equivale a dire che siccome il 71 non esce da tre mesi, allora è probabile che esca la prossima volta, ll che, come sapete, equivale a lanciare una delle peggiori bestemmie che il Dio della statistica possa subire.

Il trading, nella sua aleatorietà, se ne fotte dei vostri calendari, dei regali di Natale e dell’anno solare. Il 31 dicembre 2022 potreste tranquillamente trovarvi in drawdown (perdita) del 20%, dopo mesi di sofferenza, per poi magari ribaltare la situazione con soli tre o quattro trade ben assestati a gennaio 2023.
Il punto quindi è: quando potrete realmente dire di essere in guadagno? E quando potrete realmente dire di essere in perdita? Nonostante i guru del money management vi riempiranno la testa di modelli di calcolo di gestione del capitale (fixed ratio, fractional ratio, etc), le cose sono davvero molto più semplici, soprattutto per gli esigui capitali che dovreste mettere in gioco nel trading (a meno che non siate davvero ricchi): solo dopo svariati anni di trading (direi almeno cinque) potrete tirare qualche somma riguardo il vostro trading-hobby, e valutare quindi se è il caso di continuare. E questa è una verità MOLTO difficile da digerire per una persona razionale, giacché stiamo parlando proprio di quel modello di individuo: ricordiamo infatti che NESSUNO potrà mai assicurarvi che, nonostante abbiate seguito alla lettera il decalogo anti-pollo di cui sopra, dopo cinque anni il vostro conto sarà in positivo, né di quanto lo sarà. Anzi, se dovessimo affidarci alle pure statistiche, sappiamo soltanto che da qui a cinque anni rischiamo di far parte di quel “quasi 100%” di persone che col trading hanno perso soldi o, nella migliore delle ipotesi, molto tempo.
Su questo blog non scriverò mai se e quanto io abbia guadagnato dal trading, né da quanti anni lo faccio, ma una cosa è certa: se siete persone razionali e metodiche, cercate hobby alternativi, come gli scacchi. Lasciate stare il trading, salvo caso eccezionali.

CONCLUSIONI 

Penso di aver già inanellato abbastanza articoli da spingere anche il più ottimista di voi a ricredersi in merito alla possibilità di far soldi col trading. Qualcuno potrà pensare che ho fatto tutto ciò per puro sfogo, o per semplice pessimismo (magari perché a me è andata male). La realtà è tutt’altra: per quanto mi riguarda, fin dalle elementari non ho mai digerito l’aria fritta, specie quando dispensata dai “professori”, e intendo continuare su questa linea.
Chiunque sia in buona fede, e abbia due dita di cervello e qualche anno di trading sulle spalle, potrà sottoscrivere parola per parola tutto ciò che ho scritto finora sul blog al riguardo. Ma non temete: costoro rappresentano un’esigua minoranza, mentre la maggioranza vi attende a braccia aperte su sfolgoranti siti tracimanti di titoloni in grassetto e punti esclamativi, pronti a esaudire i vostri desideri di guadagno. Perché voi non cercate la verità, ma la suadente carezza dell'illusione...come spiega di seguito il vecchio Cutter.

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